Extravergine di nome ma non di fatto: 7 i marchi italiani coinvolti
16 novembre 2015La procura di Torino ha prelevato campioni e ora ipotizza la frode in commercio
Vendevano semplice olio d’oliva come extravergine. A finire nel registro degli indagati sono 7 tra le aziende più note del mercato italiano dell’olio, cioè Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia. Ad effettuare le indagini è stato il pm torinese Raffaele Guariniello che ha confermato i risultati già ottenuti da una nota rivista che aveva analizzato e successivamente declassato ben 9 bottiglie su 20 di xtravergine a semplice vergine, e che ora ipotizza la frode in commercio. Sono questi gli sviluppi di una nuova inchiesta aperta dal magistrato torinese in materia di tutela del consumatore e del marchio made in Italy. I carabinieri del Nas hanno prelevato dei campioni fra i prodotti in vendita, dopodiché i laboratori dell’Agenzia delle Dogane li hanno analizzati e il responso è che, in alcuni casi, l’olio è di categoria inferiore.
Meno pregiato, meno costoso e proposto agli acquirenti come se fosse olio extravergine, a un prezzo superiore anche del 30/40%. Per noi italiani l’olio extravergine d’oliva è un elisir di lunga vita, uno dei simboli della dieta mediterranea, e di conseguenza molto amato e utilizzato dai consumatori: è indispensabile che i cittadini consumatori vengano tutelati, tutto ciò che si acquista deve rispettare i parametri previsti dalla normativa e nel caso dell’olio d’oliva, deve per esempio superare il panel test, uno dei metodi per la valutazione organolettica dell’olio d’oliva vergine, obbligatorio dal 1991.
Emeri Pecile
0 Commenti