Olio di palma

06 marzo 2015

Allarme in Italia e nel mondo

Allarme olio di palma nei biscotti, nelle merendine e nel latte per i neonati. Ora che le etichette alimentari sono diventate più trasparenti per quanto riguarda la presenza di olio di palma nei prodotti confezionati, non è più possibile nascondere questo ingrediente dietro la dicitura “oli vegetali”. l’Italia è sommersa dall’olio di palma, le cui importazioni in Italia sono aumentate del 19%, per un totale che ha superato i 1,7 miliardi di chili nel solo 2014, primato mai raggiunto prima.
Si tratta di un record negativo, considerato come l’olio di palma rappresenti un nemico sia della nutrizione sana che dell’ambiente: tale sostanza è usata principalmente in alimenti come merendine, torte, biscotti, per sostituire i grassi più pregiati e sani. Le preoccupazioni per la salute sono legate alla presenza dei grassi saturi, quelle ambientali derivano dal fatto che lo sviluppo del mercato dell’olio di palma è correlato alla deforestazione di vaste aree boschive e alla devastazione degli habitat naturali. L’olio di palma è anche un carburante e pur essendo in teoria una fonte di energia rinnovabile, è osteggiato da diverse associazioni ambientaliste a causa degli effetti collaterali della sua produzione, che includono la necessità di convertire alla coltivazione di palme aree ecologicamente importanti come zone di foresta pluviale o aree precedentemente adibite alla produzione alimentare. Inoltre, la monocoltura di palme da olio può produrre importanti emissioni di carbonio; in Indonesia e Papua Nuova Guinea per esempio, il terreno per la coltivazione è stato preparato spesso drenando e dando alle fiamme aree di foresta palustre e torbiera con un conseguente rilevante danno ambientale, ed è stato valutato che anche in seguito a questi fenomeni l’Indonesia sia diventata il terzo emettitore mondiale di gas serra, inoltre la deforestazione minaccia l’estinzione degli orango, diffusi solo in quelle aree.