Etichettatura d’origine, per la Commissione Ue deve essere volontaria
22 maggio 2015L’Italia non è d’accordo
La Commissione europea in due rapporti appena pubblicati, frena sull’etichettatura d’origine obbligatoria per quegli alimenti che sono ancora fuori dalla legislazione vigente. Perciò per latte e prodotti caseari, carni di cavallo e coniglio, ma anche per prodotti come pasta, passata di pomodoro, succo d’arancia, zucchero o riso l’esecutivo Ue ritiene sia “preferibile” optare per una scelta volontaria, piuttosto che per un obbligo a livello comunitario.
Il primo rapporto riguarda latte, prodotti caseari e altri prodotti trasformati, ma anche le carni di coniglio e di cavallo che sono stato oggetto recentemente di uno scandalo di dimensioni continentali proprio per la mancanza di tracciabilità. Il secondo rapporto indaga sulla necessità per i consumatori di essere informati sull’origine degli alimenti non lavorati, sui singoli ingredienti dei prodotti e sugli ingredienti che rappresentano più del 50% dell’alimento.
«Ci aspettavamo molto di più dalla Commissione europea sul fronte dell’indicazione d’origine obbligatoria degli alimenti. Faremo sentire forte la nostra voce nel Consiglio dei Ministri dell’agricoltura Ue, perché riteniamo fondamentale dare informazioni trasparenti al consumatore sulla provenienza delle materie prime», ha affermato il ministro elle politiche agricole alimentari e forestali. Anche la Federconsumatori si batte da sempre perché il consumatore sia informato sulla provenienza dei prodotti, prima di scegliere cosa acquistare e mangiare: è fondamentale dare informazioni trasparenti al consumatore sulla provenienza delle materie prime.
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