La carne lavorata, come wurstel e salsicce, potrebbe essere cancerogena
29 ottobre 2015Gli oncologi e le associazioni di categoria contro gli eccessivi allarmismi
Una dichiarazione dell’ Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) sta facendo il giro del mondo e sta allarmando molti consumatori, soprattutto gli “appassionati” delle carni. A quanto pare infatti, proprio alcuni tipi di carne tra le più amate dai bambini (ma in realtà anche da molti adulti) come i wurstel, il prosciutto e le salsicce, ma anche le carni in scatola, sono “cancerogene” per l’essere umano mentre la carne rossa è “probabilmente cancerogena”. Sotto accusa finiscono dunque una serie di alimenti che comprendono carni in scatola, hot dog, prosciutto, bacon: le carni lavorate includono quelle che sono state trasformate attraverso processi di salatura, polimerizzazione, fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione. La categoria delle carni rosse, considerate come “probabilmente cancerogene”, comprendono tutti i tipi di carne di muscolo di mammifero, come ad esempio manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra.
Nonostante queste forti dichiarazioni, gli oncologi e le associazioni di categoria, invitano ad evitare gli allarmismi. “Le carni Made in Italy sono più sane perché magre, non trattate con ormoni e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione “doc” che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali tanto da garantire agli italiani una longevità da primato con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini.” E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il rapporto Oms è stato eseguito su scala globale su abitudini alimentari molto diverse come quelle statunitensi che consumano il 60% di carne in più degli italiani. “La carne italiana è meno grassa e la trasformazione in salumi avviene naturalmente solo con il sale senza l’uso dell’affumicatura messa sotto accusa dall’Oms”. Se mai su questo punto si potrebbe distingue tra la salatura nomale e quella che fa uso di nitrati che sono considerati da tempo pericolosi. Per quanto riguarda le carni rosse è una questione di modalità e di quantità, non esiste una soglia di consumo oltre la quale ci si ammala sicuramente. La cosa migliore è puntare alla nostra dieta mediterranea che ha dimostrato di poter diminuire il rischio di tumore, per esempio consumando con parsimonia la carne rossa, una o due volte a settimana al massimo, e nel consumare molto pesce, tanta frutta e verdura e cereali. E solo ogni tanto, in occasioni particolari, wurstel e salsicce, meglio se Made in Italy.
Emeri Pecile
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