DIRITTO ALIMENTARE

unione_europea_parlamentoIl diritto alimentare è una materia di fondamentale importanza, ma allo stesso tempo risulta essere caratterizzata da una forte complessità e da un elevato tasso di tecnicità.
Si può osservare come il diritto alimentare tragga origine da fonti normative assai disparate. Infatti, le imprese del settore alimentare, nonché i consumatori, si trovano a doversi confrontare sia con norme nazionali, sia con norme comunitarie e internazionali.

A tal proposito, le regole dettate dall’Unione europea, giocano un ruolo assolutamente preminente e mirano sia a favorire la libertà di circolazione degli alimenti nel mercato interno, sia a tutelare gli interessi dei consumatori. In particolare, molti dei regolamenti e delle direttive emanate dal legislatore comunitario hanno di mira la protezione della salute dei consumatori, che potrebbe essere messa a serio rischio dall’ingestione di alimenti non sicuri. Pertanto, onde incentivare la fiducia nell’acquisto dei prodotti alimentari europei, sono state dettate nel corso del tempo molte regole preziose, volte ad OGMassicurare che sul mercato vengano commercializzati solo ed esclusivamente prodotti che non mettano in pericolo la salute umana. Va sottolineato, a tal proposito, come alcune delle normative europee concernenti gli alimenti abbiano carattere orizzontale, in quanto riguardano tutti i cibi in generale; altre, invece, hanno carattere verticale e riguardano solo alcuni alimenti specifici, come l’olio d’oliva, il miele o i prodotti a base di carne.
La duplicità dell’approccio al tema alimentare, orizzontale e verticale, si spiega alla luce dell’esigenza di tutelare gli interessi dei consumatori ogni qualvolta essi si accingano ad acquistare un alimento, sempre però tenendo in considerazione le specificità di alcuni prodotti.

EFSAÈ utile richiamare all’attenzione il reg. (CE) n. 178/2002, che ha messo in chiaro come il diritto alimentare debba sempre avere di mira la tutela della salute dei consumatori; per questo, ha provveduto a fissare alcune procedure per garantire la sicurezza degli alimenti in generale e, soprattutto, ha istituito l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Quest’ultima ha sede nella città di Parma ed è stata creata a seguito dell’emergenza europea della “mucca pazza”. Essa vigila sulla sicurezza dei prodotti alimentari europei e fornisce importanti pareri alle istituzioni europee e nazionali su temi centrali come quello degli OGM, dei coloranti e dei pesticidi utilizzati nella produzione alimentare.

Per garantire la sicurezza dei prodotti, inoltre, il diritto alimentare europeo prevede delle procedure molto
importanti alle quali le imprese di tutta l’Unione debbono attenersi. È noto il ruolo giocato, ad esempio, dal sistema
HACCP (acronimo di Hazard Analysis and Critical Control Points), in base al quale le imprese del settore alimentare haccpdevono individuare nelle loro attività ogni fase che potrebbe rivelarsi critica per la sicurezza dei cibi e garantire che siano applicate e osservate opportune procedure per consentire la produzione di alimenti sani e sicuri.

Laddove, come purtroppo accade, nonostante i controlli posti in essere dalle imprese vengano messi in commercio prodotti che possono mettere in pericolo la salute dei consumatori, un rimedio assai efficace risulta essere l’attivazione del c.d. sistema di allarme rapido, fondato sulla comunicazione tempestiva di tutte le informazioni utili a individuare gli alimenti a rischio. Sul territorio italiano un ruolo di fondamentale importanza è svolto, a tal proposito, dalle ASL, alle quali pervengono le segnalazioni utili a stabilire l’esistenza di un pericolo alimentare, che vengono poi trasmesse agli organi nazionali competenti, quali il Ministero della Salute, sino ad arrivare alla Commissione europea.

Il diritto alimentare, tuttavia, non si occupa solamente di sicurezza dei prodotti, ma mira anche a garantire che i consumatori scelgano in modo consapevole gli alimenti che acquistano, ottenendo tutti i dati necessari per stabilire
quali alimenti siano maggiormente adatti alle proprie personali esigenze, legate non solo alla sfera della salute, ma anche alle proprie convinzioni etiche, sociali e ambientali. Negli ultimi anni, pertanto, il legislatore dell’Unione dop-igpeuropea ha concentrato le proprie attenzioni sull’aspetto dell’informazione alimentare, che viene veicolata dalle imprese ai consumatori soprattutto attraverso le etichette. Con il reg. (UE) n. 1169/2011 sono state stabilite, a tal proposito, le informazioni che le imprese alimentari di tutta l’Unione europea debbono inserire obbligatoriamente nelle etichette dei prodotti alimentari preconfezionati, introducendo anche importanti novità in merito alla leggibilità delle stesse.

La corretta e completa informazione dei consumatori in merito agli alimenti viene perseguita anche attraverso le così dette certificazioni di qualità, che consistono nel riconoscimento da parte di un organismo terzo e indipendente che un determinato alimento è stato prodotto in un certo modo e presenta determinate qualità organolettiche e
nutrizionali. Fra le certificazioni di qualità più conosciute vi sono senza dubbio le DOP (Denominazione di Origine Protetta) e le IGP (Indicazione Geografica Protetta), di cui si fregiano molte specialità italiane. Sia le DOP che le IGP servono ad attestare un particolare legame con il territorio nel quale l’alimento è stato prodotto, tuttavia tali marchi presentano una differenza. Le DOP, infatti, vengono attribuite a quegli alimenti le cui caratteristiche fondamentali stgdipendano essenzialmente o esclusivamente dal territorio, inteso come area geografica delimitata, nel quale sono prodotti, trasformati ed elaborati. Le IGP, invece, vengono attribuite a quegli alimenti per i quali anche solo una caratteristica o la reputazione dipendano dall’area geografica delimitata nella quale sia avvenuta la produzione, la trasformazione e/o l’elaborazione. Brevemente si può osservare che le DOP e le IGP oggi si applicano anche i vini, segnando una vera e propria rivoluzione nel modo vitivinicolo, non sempre vantaggiosa in termini di consapevolezza delle scelte poste in essere dai consumatori. In particolare, i vini che in precedenza erano classificati come vini IGT (Indicazione Geografica Tipica), per lo più vini “da tavola”, poco pregiati, sono stati “promossi” a vini IGP, mentre i vini VQPRD (Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate), a loro volta suddivisi in DOC (vini a Denominazione di Origine Controllata) e DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) finiscono per rientrare nella famiglia delle DOP. Una simile riforma rischia, invero, di confondere il consumatore, non essendo a molti ancora chiara la distinzione fra DOP e IGP, ma rischia anche di avere delle ripercussioni sui prezzi dei vini medesimi, comportando un aumento dei prezzi al consumo dei vini da tavola, come il Nero d’Avola, a discapito dei vini precedentemente ricondotti alla categoria dei VQPRD.

doc-docg-igtMeno conosciute rispetto alle DOP e alle IGP, fra le certificazioni di qualità possono essere annoverate anche le STG, ovvero le Specialità Tradizionali Garantite, come ad esempio la “pizza napoletana”. Il marchio STG può essere utilizzato dai prodotti agro-alimentari ottenuti da materie prime utilizzate tradizionalmente o attraverso un metodo di produzione in uso da almeno una generazione. Tanto per i prodotti DOP quanto per i prodotti IGP e STG è necessario il rispetto di rigidi disciplinari di produzione; inoltre le relative diciture debbono essere inserite in etichetta insieme con i simboli comunitari ad essi associati.

100128_EU_Biologo_Green_I_StPSulle etichette il consumatore può trovare, invero, anche altri loghi o “bollini” previsti dal diritto europeo per segnalare le qualità dell’alimento, derivanti, ad esempio, dal rispetto di determinati metodi di produzione, come quello biologico o biodinamico. Anche in questo caso, il prodotto per potersi fregiare di tali certificazioni, deve essere sottoposto a controlli che riguardano l’intera filiera agro-alimentare, dai campi alla tavola, e che vengono posti in essere da appositi organismi accreditati.