Il Fast Food è cambiato: ora si punta sull’alimentazione naturale

05 ottobre 2015

Arrivano le “hamburgherie” a chilometro zero

Durante i famosi anni ’80, mangiare al Fast Food era molto in voga e rappresentava la scoperta di sapori e di mondi nuovi: assaggiare una polpetta di carne pressata, arrivata direttamente dagli USA, dava un senso di libertà ed era sicuramente l’emblema del consumo veloce di tutto, ricchezza, mode, cambiamenti sociali. Ora nel 2015, con la chiusura di alcuni famosi locali nati in quegl’anni, dedicati alla “ristorazione rapida”, sembrava finita l’era del classico “hamburger e patatine”; in realtà i cibi veloci continuano ad avere successo, specialmente se sono a chilometro zero. Il Fast Food è sopravvissuto ma si è dovuto reinventare, di pari passo con la società. In Italia sono nate “hamburgherie” a chilometro zero e catene 100 % bio. In tutto il mondo ormai, questi nuovi locali puntano sulla regionalizzazione e non più sul vecchio modello di alimentazione unico globale come nei famosi “Eighties”, anche quando si tratta di hamburger. Mangiare biologico si sa, vuol dire mangiare naturale perché il cibo biologico è prodotto tramite un metodo di agricoltura e allevamento che esclude l’utilizzo di sostanze di sintesi chimica. La Federconsumatori si è sempre battuta per una maggiore possibilità di scelta degli alimenti da parte dei cittadini consumatori e a tutti gli aspetti legati alla sostenibilità e alla sicurezza. Consumare il cibo velocemente non è certo una buona regola alimentare ma piuttosto che mangiare veloce e male, è meglio mangiare veloce e bene; ben vengano questi nuovi modelli di ristorazione, purché al centro ci sia sempre la qualità.

Emeri Pecile