Posta a giorni alterni: la Fieg dice no

17 luglio 2015

Anche molti comuni del Friuli Venezia Giulia vedrebbero dimezzato il servizio postale

Gli editori della Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) hanno preso una posizione contraria all’audizione presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nell’ambito della consultazione pubblica sull’attuazione di un modello di recapito a giorni alterni della corrispondenza avanzato da Poste Italiane.
“Rappresenta, infatti, una palese violazione dei diritti di cittadinanza e del diritto all’informazione, negando l’accesso all’informazione quotidiana e penalizzando l’accesso all’informazione periodica ai cittadini di 5.296 comuni italiani”.
Poste Italiane vorrebbe attuare il recapito a giorni alterni per “ridimensionare” il servizio universale e ridurre i costi in vista della privatizzazione. Un “taglio” delle prestazioni che va ad aggiungersi alla chiusura degli sportelli già in atto da tempo, soprattutto nei comuni e nelle frazioni periferiche e montane.
Per attuare questo piano le Poste si avvalgono di criteri semplici: la riduzione riguarderebbe i comuni con meno di 30mila abitanti e una densità inferiore alle 200 persone a Kmq. Sarebbero ben 5.296 i comuni coinvolti, pari al 65,8% degli enti locali italiani (su un totale di 8.046 comuni), il 50% al nord e il 17% al nordest.
In Friuli Venezia Giulia i comuni coinvolti saranno 133 su 218, per una percentuale di popolazione superiore al 26%. Sono infatti in Friuli i comuni col maggiore squilibrio fra popolazione e superficie, come Barcis e Tramonti di Sopra, nel Pordenonese, con indici di densità abitativa rispettivamente di 2,44 e 2,78, e Dogna nell’Udinese, con 2,66. Vi sono, inoltre, anche cittadine importanti, come Grado (8.434 abitanti, con una densità di 114) o Aviano (9.085 abitanti e 113 di densità) o Tarvisio (4.540 abitanti, dei quali solo 22 per kmq).
Secondo Federconsumatori, nell’era digitale in cui le notizie, già dopo pochi minuti, non sono più attuali, è inconcepibile ricevere il proprio quotidiano a distanza di 48 ore.
Questo piano rappresenta una lesione grave del principio costituzionale del diritto all’informazione, perché le zone interessate dove si vorrebbe diradare la consegna postale dei giornali, sarebbero le stesse in cui il segnale per la trasmissione dei dati non arriva.
Tale modello rappresenta, inoltre, una violazione della direttiva europea sul mercato dei servizi postali, la quale prescrive la distribuzione a domicilio della posta, quindi dei giornali agli abbonati, almeno cinque giorni lavorativi a settimana.
Per questi motivi Federconsumatori, che è sempre vicina ai diritti dei consumatori, ribadisce come, anche in questo caso specifico, i cittadini potrebbero subire disagi non indifferenti.

Caterina Taverna