Telefonia: rimborsi deteriorati
01 aprile 2019“Procrastinare è l’arte di stare al passo con ciò che è successo ieri, per evitare il domani.” Questa riflessione di Wayne W. Dyer ci conduce molto bene nel cuore dell’argomento.
Rinviare è, infatti, un buon modo per evitare di affrontare i conti da pagare. Purtroppo, però, in certe circostanze, spesso funziona. Il conto, in questo caso, consiste nei rimborsi conseguenti alla fatturazione a 28 giorni.
La decisione del Consiglio di Stato su tali rimborsi viene nuovamente rinviata. Questa volta a fine Maggio. La decisione, infatti, dovrebbe arrivare tra oltre un paio di mesi. Forse! E i consumatori, intanto, stanno ad aspettare!
La vicenda si trascina da Giugno 2017, quando gli operatori telefonici cambiarono il periodo di fatturazione da 30 a 28 giorni. A Dicembre 2018 la sentenza favorevole del TAR del Lazio era stata congelata dal Consiglio di Stato rinviando la decisione sulla restituzione del maltolto al 31 Marzo. Ora si rinvia di nuovo.
Il mercato della telefonia è in veloce cambiamento e il tempo, in questi casi, è prezioso. Procrastinare va a tutto vantaggio di chi, alla fine, si ritrova con un conto molto basso in termini di valore assoluto oppure rispetto ai cambiamenti intervenuti nel frattempo.
L’ulteriore rinvio avviene in quanto la produzione integrale delle motivazioni non è avvenuta per tempo. Produzione che era stata richiesta dal Consiglio di Stato quando ha congelato i rimborsi a Dicembre 2018 a seguito di un’impugnazione di una sentenza del TAR avvenuta da parte un operatore ancor prima di conoscerne le motivazioni.
Procedendo in questo modo si produrrà un inevitabile sfinimento degli aventi diritto col rischio che i rimborsi dovuti finiscano nell’oblio. Di sicuro, si tratterà di rimborsi che, alla fine, avranno perso, inesorabilmente, tutto il loro valore. Per rendere l’idea, ci viene in aiuto un proverbio popolare: “Quando il vino s’è fatto aceto, non serve cambiare il rubinetto.”
Simone Battistutta
Federconsumatori Udine
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