Federconsumatori, energia elettrica: c’è la sua firma sul contratto ma lui è morto da tre mesi!

16 novembre 2018

Nella cassetta della posta, arriva un contratto di un nuovo gestore per il gas, con tanto di firma dell’intestatario. Peccato che il padrone di casa sia morto ormai da tre mesi e che quella sigla in fondo sia visibilmente falsa. Un caso che sfiora il paradosso, come quello di una bolletta della luce, arrivata nella buca delle lettere di una signora di Udine. Ma l’anziana era morta da tempo, la casa era sfitta e il contratto su cui la fattura si basava era stato redatto dopo il decesso. Episodi con ingredienti simili che hanno «un che di surreale», eppure sono accaduti davvero, come spiega Letizia D’Aronco dello sportello Energia di Federconsumatori Udine, che ha appena trattato questi casi.
Il contratto:

«Alla Federconsumatori arrivano spesso segnalazioni di contratti con firme false, sia per l’ambito dell’energia che della telefonia», chiarisce D’Aronco. Ma l’ultimo finito sul suo tavolo è quasi kafkiano. Come spiega lei stessa, il figlio di un uomo di un paese della provincia di Udine morto ai primi di giugno di quest’anno ha bussato allo sportello di via Mantova ricostruendo l’intera vicenda. Ha raccontato «di aver trovato nella cassetta delle lettere dell’abitazione del padre un contratto datato 23 giugno 2018 relativo alle forniture di gas naturale, con la firma, palesemente apocrifa, del padre», che era morto diversi giorni prima. «Allarmato, il nostro associato si è rivolto immediatamente al servizio clienti ed al negozio del trader per contestare tali contratti». E così «è stato bloccato il passaggio delle utenze all’azienda in questione», spiega D’Aronco. Ma non era ancora finita. Perché, a sorpresa, nella buca delle lettere del padre morto a giugno, il figlio ha trovato un secondo contratto, stavolta «datato settembre 2018, da parte del medesimo trader». Perciò il figlio ha deciso di rivolgersi a Federconsumatori: «È stato appurato che l’azienda aveva provveduto arbitrariamente ad attivare nuovamente un’utenza sulla base di un contratto che recava una firma palesemente apocrifa ed è stato inoltrato un reclamo. In seguito all’intervento della Federconsumatori l’azienda ha dato riscontro al reclamo bloccando lo switching, ovvero il cambio del fornitore, provvedendo ad annullare i contratti contestati e comunicando il nominativo dell’agenzia che ha acquisito le adesioni ai contratti», spiega D’Aronco.

La fattura:

Un altro caso, accaduto a Udine, è finito al centro di una conciliazione, conclusa con un lieto fine per la figlia, che, un giorno, con sua grande sorpresa, aveva trovato nella cassetta della casa disabitata della madre morta da tempo una bolletta dell’elettricità intestata alla defunta, «nonostante la voltura mortis causa fosse già stata fatta da tempo e le utenze fossero già intestate all’erede. Nessuno aveva inteso cambiare il gestore», come spiega D’Aronco. Ovviamente, aggiunge, «i consumatori non devono pagare nulla per i consumi che vengono registrati nel periodo in cui è in vigore un contratto con firma apocrifa». «Questo caso è stato da poco gestito dallo Sportello di Udine, e concluso grazie ad una conciliazione con un ristoro economico e l’impegno a stornare integralmente tutte le fatture, di un importo pari a circa 200 euro», spiega D’Aronco. Per casi di questo genere, infatti, a voler entrare nel tecnico, è «necessario contestare gli importi addebitati per i consumi registrati nel periodo. Dopo aver accertato che il contratto reca una firma apocrifa, entra in gioco l’articolo 66 quinquies in base al quale il cittadino è esonerato dall’obbligo di fornire qualsiasi prestazione corrispettiva in caso di fornitura non richiesta. Il Codice del consumo vieta le pratiche commerciali, ingannevoli e aggressive, considerate in ogni caso scorrette», spiega D’Aronco.

Fonte: il gazzettino.it

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