Airbnb: Unione Europea richiede maggiore trasparenza

03 agosto 2018

Tramite Věra Jourová, commissario per la giustizia e la tutela dei consumatori e le Pari Opportunità, la Commissione Europea ha accusato la nota piattaforma Airbnb di pratiche commerciali sleali e mancanza di trasparenza nei prezzi e nelle modalità di rimborso del servizio.

Airbnb è un portale online per affitti tra privati; i prezzi concorrenziali e la facilità d’uso hanno reso la sua presenza capillare facendo esplodere l’uso della piattaforma. La Commissione Europea, però, rileva che questa popolarità non può essere un alibi per evitare il rispetto delle norme a tutela dei consumatori.

In particolare si richiede ad Airbnb di rendere subito chiaro il costo finale del servizio, comprensivo di tutte le spese obbligatorie quali l’intermediazione e i costi di pulizia. Se ciò non è possibile è comunque necessario avvertire della possibilità che ulteriori spese e del loro limite massimo. E’ importante, inoltre, esplicitare la distinzione fra alloggi privati ed alloggi resi disponibili da professionisti; in quest’ultimo caso, infatti, si applica una normativa più dettagliata.

Federconsumatori ribadisce che un principio fondamentale della normativa a tutela dei consumatori, applicabile alle condizioni generali del contratto e alle singole clausole, è quello dell’assenza delle clausole vessatorie, quelle che possono creare un significativo squilibrio tra diritti ed obblighi a scapito del consumatore, parte contrattuale debole.

Airbnb dovrà presentare le sue proposte entro fine agosto; se la Commissione non le riterrà soddisfacenti scatteranno le sanzioni previste dalla violazione della normativa europea.

Eufemia Acunto