Bevande a base di soia e non più “latte” di soia

22 giugno 2017

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito con sentenza del 15 giugno, che la dicitura “latte” come anche quella dei suoi derivati, come formaggi e yogurt, potrà essere utilizzata unicamente per i prodotti lattiero caseari di origine animale, e non più per i prodotti di origine vegetale, come appunto quelli ottenuti dalla soia. Un’importante conquista per tutti i produttori di latte e derivati che non dovranno più temere quella sottile confusione tra il loro prodotto e quello di origine vegetale, e “ciò anche nel caso in cui tali denominazioni siano completate da indicazioni sufficientemente esplicative o descrittive che indichino l’origine vegetale del prodotto in questione”, come evidenziato dai giudici. Sentenza che giunge a pochi mesi di distanza dall’entrata in vigore del decreto sull’indicazione dell’origine in etichetta per il latte e dei prodotti lattiero caseari.

Le motivazioni della sentenza si basano in particolar modo sull’evitare un falsamento della concorrenza, riservando la denominazione “latte” e derivati a tutti quei prodotti che derivano dal prodotto della mungitura di mucche, pecore e capre. Inoltre, c’è anche l’intento di tutelare il consumatore che deve essere posto nella condizione di sapere chiaramente cosa acquista, la composizione dei prodotti e le medesime norme di qualità per tipologia di prodotti alla base. Per la Corte bisogna “escludere con certezza qualsiasi rischio di confusione nella mente del consumatore.”

La Federconsumatori plaude la sentenza della Corte UE che rafforza la tutela del consumatore eliminando quelle denominazioni ingannevoli che possono indurre in errore il consumatore, ricordando anche che un consumatore più attento è un consumatore più consapevole, per cui deve sempre riferirsi alle etichette dei prodotti alimentari per conoscere il prodotto che sta acquistando.

Eufemia Acunto