In un mare di plastica: al via spiagge e fondali puliti!

25 maggio 2017

Inizia la bella stagione con giornate di sole e una temperatura gradevole, ottimi ingredienti per una fuga al mare! Spiagge pronte ad accogliere milioni di turisti, ma la stessa cosa, forse, non si può dire per il mare.

I mari si stanno riempiendo di plastica: secondo Legambiente il 96% dei rifiuti in mare è composto da plastica (di cui 16% di buste) e l’89% della fauna marina rischia di ingerirla.

Non si parla di semplici buste intere, bensì di frammenti molto piccoli che finiscono nel plancton e nell’intera catena alimentare marina. Detriti che con il passare del tempo e per effetto del calore diventano microscopici, di dimensioni inferiori ai 5 mm; questi, a loro volta, diventano di dimensioni invisibili all’ occhio umano che rilasciano in mare composti chimici tossici.

Su questi temi Slowfood Italia ha organizzato con la Regione Liguria in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali una serie di conferenze durante l’evento Slowfish che si è svolto a Genova.

Marco Faimali, responsabile dell’istituto di scienze Marine del Cnr, ha affermato che la media di microplastiche nei mari è troppo alta: in alcune zone del mondo si arriva ad averne 100 chili in un solo chilometro cubo.

Conseguenze per l’uomo? Claudia Bolognesi, responsabile dell’Unità carcinogenesi ambientale dell’Ospedale San Martino di Genova ha in parte rassicurato dicendo che gli studi non confermano l’assorbimento di microplastiche da parte dei tessuti umani, ma ha ammesso che i dati tossicologici raccolti sono ancora pochi.

Il rischio da parte dell’uomo di assorbire microplastiche non proviene solo dall’ingerimento di pesce; le microplastiche sono contenute anche in cosmetici come ad esempio esfolianti facciali, dentifrici, shampoo, trucchi e creme solari. Alcune tracce sono state rinvenute anche nel miele, nella birra e nei farmaci.

 

Alla conclusione dei cicli di Slow Fish è intervenuto il dirigente Ispra Franco Andaloro, il quale ha precisato che non si vuole allarmare e basta, ma ritiene che tali ricerche effettuate e appelli per la salvaguardia del nostro mare siano necessari per accrescere la consapevolezza del consumatore. Un consumatore informato è anche un consumatore più sicuro.

 

Proprio in concomitanza con la giornata della biodiversità che si è tenuta il 22 maggio, è partita l’anteprima di “Spiagge e fondali puliti-Clean up the Med”, la storica campagna di volontariato ambientale organizzata da Legambiente in Italia e in tutto il mediterraneo in programma dal 26 al 28 maggio e dedicata alla pulizia degli arenili e dei fondali.

Secondo Legambiente i rifiuti in mare minacciano la biodiversità e mettono a rischio le specie marine, per cui è necessario mettere in campo politiche di prevenzione e sensibilizzazione coinvolgendo i cittadini e le giovani generazioni.

Salute, alimentazione, ambiente sono tematiche che stanno a cuore a Federconsumatori.

L’ambiente in cui viviamo assume un ruolo fondamentale nella nostra salute e in generale nella nostra vita; è per questo che dobbiamo cercare di salvaguardarlo anche attraverso le azioni quotidiane, insegnando ai più piccoli la biodiversità e la diversità in generale. Insegnare ai bambini che la spiaggia è di tutti; stare in spiaggia e buttare cicche o buttare buste in mare fa male a tutta la collettività.