Banche Venete: le proposte di rimborso sono una vera e propria elemosina, irrispettosa dei risparmiatori
11 gennaio 2017Federconsumatori pronta a proseguire azioni penali e civili per ottenere rimborsi equi. Resta sempre aperta la disponibilità a discutere di un protocollo di conciliazione equo.
Il 9 gennaio 2017 si è tenuto a Padova il Consiglio di Amministrazione congiunto di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, a cui è seguita una conferenza stampa sempre congiunta.
Nell’ambito di tale riunione le banche hanno definito un piano di rimborsi che prevede:
Per Veneto Banca un rimborso pari al 15% del valore netto delle azioni acquistate dal 1 gennaio 2007 al 31 dicembre 2016, dedotte le vendite. Tali azioni, a seguito del rimborso, rimangono comunque nel portafogli del cliente.
Stesse modalità per Banca Popolare di Vicenza, che prevede però un rimborso di 9 Euro ad azione (pari, appunto, a circa il 15%).
In entrambi i casi tale proposta di rimborso è valida solo per le persone fisiche, le società di persone e le onlus.
Per aderire a tale proposta il termine ultimo è il 15 marzo 2017.
A chi accetta le banche riservano inoltre alcune offerte commerciali quali il conto corrente a zero spese, il mutuo a zero spese, nonché un time deposit a tassi vantaggiosi.
Le banche, infine, hanno annunciato l’intenzione di aprire un tavolo con le Associazioni rappresentative dei risparmiatori, per definire un protocollo di conciliazione per i casi economicamente più svantaggiati.
A nostro avviso l’insieme di proposte avanzate dai due istituti è del tutto insoddisfacente ed iniquo. I rimborsi irrisori sono irrispettosi dei risparmiatori che incolpevolmente si sono trovati a perdere i propri risparmi, fidandosi di quanto veniva loro rappresentato dall’istituto di credito ed esclude completamente coloro che hanno acquistato le azioni prima del 2007. In Friuli Venezia Giulia sono molti coloro che erano già azionisti di Banca Popolare Udinese.
Non dimentichiamo inoltre che nell’ambito di tale vicenda sono ipotizzati alcuni reati, quali aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, con condotte che dunque non hanno garantito la trasparenza nella gestione degli istituti e conseguentemente non hanno permesso ai risparmiatori di decidere in maniera consapevole in relazione ai propri investimenti.
Il termine di 10 anni di responsabilità contrattuale, inoltre, è del tutto arbitrario ed inaccettabile, dal momento che esclude dalla possibilità di ottenere un rimborso molti cittadini, specialmente pensionati, che avevano acquistato le azioni ben prima del 2007.
Riteniamo che questa non sia la strada giusta per banche venete per recuperare mercato e ricostruire la fiducia dei risparmiatori come da loro annunciato.
La Federconsumatori, alla luce della proposta di rimborso paragonabile a un’elemosina, proseguirà le azioni penali e civili intraprese, non escludendo il ricorso all’ACF.
L’unico tavolo al quale siamo disposti a sederci con le banche in questione è quello teso alla definizione di rimborsi equi e dignitosi, che si basino su criteri oggettivi e prendano in considerazione le gravi violazioni della normativa bancaria messe in atto ai danni dei risparmiatori.
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