Limiti per pagamenti in contanti

29 dicembre 2016

A seguito dell’entrata in vigore della legge 208/2015 il limite di denaro che può essere utilizzato in contanti per eseguire le transazioni è passato da 1.000 euro a 3.000 euro. Gli utenti non hanno un limite di somma da prelevare o da versare presso un istituto di credito ma il limite di 3.000 euro si riferisce alle operazioni che possono essere compiute verso un soggetto terzo. In questo caso infatti, è necessario utilizzare forme di pagamento tracciabili, per esempio bisogna usare la carta di credito o il bonifico.

La legge di stabilità del 2016 ha fissato il divieto di trasferimento di denaro contante, di libretti di deposito bancari o postali al portatore oppure di titoli al portatore in euro o in valuta estera, realizzato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, se la somma va oltre i 3.000 euro. Seguendo la nuova normativa, risultano dunque ammissibili, anche se dovessero essere superiori a 3.000 euro, tutta una serie di operazioni, tra le quali i prelievi o i versamenti in contanti effettuati presso gli sportelli bancari o postali poiché non sono effettuate verso un soggetto terzo ma nei confronti di un intermediario abilitato (e rimangono comunque nella disponibilità del titolare); i pagamenti rateali, purché risultino da un piano di ammortamento che sia stato precedentemente accordato tra le parti e che risulti comunque da un documento scritto (o anche nella fattura); gli acconti o le caparre.

Anche i prelievi di somme superiori a euro 3.000 possono essere concessi dall’istituto bancario o postale. Al momento dell’operazione però, l’addetto allo sportello ha la facoltà di richiedere le motivazioni che abbiano indotto al prelievo. Successivamente la banca potrebbe anche inoltrare la comunicazione all’Unione Informazione Finanziaria (UIF), organo di natura amministrativa. Questo ente è stato istituito presso la Banca d’Italia, in conformità di regole e criteri internazionali che prevedono la presenza in ciascuno Stato di una Financial Intelligence Unit (FIU), dotata di piena autonomia operativa e gestionale, con funzioni di contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Se l’ente ha il fondato sospetto che il denaro prelevato possa essere impiegato per finalità di riciclaggio può trasmettere le informazioni alla Procura della Repubblica.

Federconsumatori ritiene che la priorità deve essere quella di tutelare i risparmiatori e i contribuenti, combattendo l’evasione fiscale con sistemi di vigilanza adeguati.