E-Commerce strumenti a favore del consumatore

24 ottobre 2016

In Italia l’e-commerce, il commercio realizzato su canali online, ha ancora un margine di utilizzo ridotto rispetto ad altri Paesi europei, tuttavia negli ultimi tempi si è avuto un incremento significativo dovuto ad una maggiore affidabilità dei siti e ad un facile accesso tramite dispositivi mobile. Come è emerso durante la tavola rotonda, organizzata da Federconsumatori Friuli Venezia Giulia e dal Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Udine“I nuovi profili della contrattazione a distanza”, il diritto spesso non riesce a tenere il passo dell’avanzamento tecnologico. L’innovazione si accompagna spesso a dei vuoti normativi che non tutelano affatto il consumatore. Nel 2014 il nostro  codice del consumo ha subito sostanziali modifiche con l’intento di rendere maggiormente trasparente il rapporto consumatore-professionista sul web e dunque anche nell’e-commerce. Infatti sul sito devono obbligatoriamente comparire l’identità e l’indirizzo fisico del venditore o del fornitore del servizio, necessario è anche l’indirizzo dove inviare eventuali reclami, l’indirizzo di posta elettronica, i recapiti telefonici e di fax. Un altro aspetto su cui concentrare la nostra attenzione è il contratto dove devono essere riportate le caratteristiche del prodotto o del servizio, il prezzo, la data entro la quale il venditore si impegna a consegnare il bene o a prestare il servizio, le modalità di pagamento e le garanzie a favore del consumatore.
Qualora l’acquisto effettuato online non risponda ai termini del contratto, e dopo aver cercato invano di contattare il venditore, l’Unione Europea ha introdotto il meccanismo dell’ODR (Online Dispute Resolution), attivo in Italia da febbraio 2016. Si tratta di una piattaforma che viene implementata e gestita dalla Commissione stessa alla quale il consumatore potrà inviare un reclamo ed individuare, d’accordo con il professionista, un centro per la risoluzione delle controversie (ADR). La piattaforma a questo punto invierà i dati del reclamo in automatico all’ente prescelto che dovrà definire la controversia entro 90 giorni. Come si vede la procedura è piuttosto snella e dovrebbe consentire di giungere ad una soluzione in un tempo relativamente breve scegliendo un percorso stragiudiziale. Una procedura promossa e supportata anche da Federconsumatori, ritenuta un valido strumento per la tutela dei consumatori nel mercato digitale.

Eufemia Acunto