Greenpeace lancia l’allarme: troppa plastica nel mare e nei pesci (quindi anche nel nostro piatto)
10 settembre 2016Ogni anno negli oceani vengono riversati oltre otto milioni di tonnellate di plastica che poi viene ingerita dagli organismi marini e che quindi può risalire la catena alimentare fino ad arrivare nei nostri piatti. Questa è la recente denuncia dell’associazione ambientalista Greenpeace, che raccoglie i più recenti studi scientifici sugli impatti delle microplastiche, incluse le microsfere, sul mare e quindi su pesci, molluschi e crostacei.
Ma cosa sono le microplastiche e le microsfere? Le microplastiche riguardano la plastica d’imballaggio, la parte biodegradabile della stessa, presente negli ambienti marini. La plastica viene sbriciolata dalle onde e dalle correnti riducendola in microplastica. Purtroppo questo inquinamento è legato alla degradabilità della plastica che, essendo un processo molto lungo, fa si che le quantità di microplastica rappresenti una delle prime fonti d’inquinamento marino.
Le microsfere, presenti nei prodotti per la cura della pelle e dentifrici, provocano gravi danni all’ambiente; i sistemi di depurazione delle acque, infatti, non riescono a fermarle e le scaricano nei corsi d’acqua, provocando l’inquinamento dei fiumi, degli oceani e mettendo a rischio la vita degli ecosistemi naturali, dai pesci ai crostacei e molluschi: così le microsfere finiscono per essere presenti nei piatti di tutto il mondo.
Nello specifico, Greenpeace Italia chiede al Parlamento italiano di “adottare al più presto il bando della produzione e dell’uso di microsfere di plastica nel nostro Paese”. “Una mole crescente di prove scientifiche mostra che le microplastiche possono generare gravi conseguenze sugli organismi marini e finire nei nostri piatti. Un bando alla produzione di microsfere è, per il Governo e il Parlamento, la via più semplice per dimostrare attenzione agli effetti dell’inquinamento del mare e ai relativi rischi per la salute umana anche se è solo un primo passo per affrontare il gravissimo problema della plastica nei nostri oceani” afferma Giorgia Monti, responsabile Campagna Mare di Greenpeace Italia.
Anche Federconsumatori da sempre sottolinea come il problema dell’impatto sull’ecosistema dei detriti in plastica dispersi nelle acque marine assuma sempre di più i contorni dell’emergenza. Un grosso problema è dato dal fatto che i detriti si trovano ovunque e fluttuando passano da acque nazionali ad acque internazionali e viceversa; il problema quindi, non si verifica entro la sovranità di un singolo Stato ma deve assolutamente trovare interesse ed impegno presso tutti i cittadini del mondo.
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