Economia circolare: dai rifiuti di qualcuno si creano posti di lavoro
26 maggio 2016La Commissione europea sta guidando la transizione verso un’economia più forte e più circolare, garantendo che le risorse siano utilizzate in modo più sostenibile. Dopo i termini di “green economy” e di “sviluppo sostenibile”, al centro delle politiche ambientali europee c’è da qualche tempo il concetto di “economia circolare”.
L’economia circolare si contrappone all’economia lineare, basata su un modello che prevede la produzione di un bene, il suo utilizzo ed alla fine l’abbandono, il quale comporta un elevato spreco di risorse con un forte impatto ambientale. Con l’economia circolare i materiali e l’energia utilizzati per fabbricare i prodotti mantengono il loro valore il più a lungo possibile, i rifiuti sono ridotti al minimo e si utilizzano quante meno risorse possibili.
Il 2 dicembre 2015, la Commissione ha adottato un nuovo pacchetto di economia circolare, che aiuterà le imprese europee e i consumatori ad adottare pratiche più sostenibili, in quanto le risorse, e in particolar modo le materie prime essenziali, sono per lo più concentrate al di fuori dell’Unione europea e, pertanto, l’industria e la società europee dipendono dalle importazioni e sono sempre più vulnerabili all’aumento dei prezzi, alla volatilità dei mercati e alla situazione politica dei paesi fornitori.
Il pacchetto si compone di un piano d’azione dell’UE per l’economia circolare, comprendente l’adozione di una serie di proposte legislative, tra cui proposte di direttiva sui rifiuti, rifiuti di imballaggio, discariche e rifiuti elettrici ed elettronici.
Secondo un recente studio sull’economia circolare (McKinsey&Company, Report settembre 2015, Europe’s circular-economy opportunità) l’economia europea costituisce un “sorprendente” modello di spreco con il suo sistema di produzione e smaltimento (modello “usa-e-getta”). Nel 2012, ad esempio, il 60% dei materiali di scarto è stato conferito in discarica o incenerito, mentre solo il 40% è stato riciclato o riutilizzato. In termini di valore, l’Europa ha perso il 95% del materiale e valore energetico, mentre il riciclaggio dei materiali e il recupero energetico dai rifiuti ha recuperato solo il 5% degli originali valori delle materie prime.
L’economia circolare ha lo scopo di ridurre i rifiuti e proteggere l’ambiente, e si spera che avvenga una transizione verso un mercato in cui le risorse siano sfruttate appieno, facendo uso di tutto il loro valore economico. Le proposte si estenderanno all’intero ciclo di vita dei prodotti estraendo il massimo valore, utilizzando le materie prime, i prodotti e i rifiuti attraverso una maggiore riciclo e riutilizzo, e consentendo il risparmio energetico e le riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Ciò a sua volta genera nuove opportunità economiche e occupazionali. Le aziende saranno in grado di fare un uso migliore delle risorse e riducendo la dipendenza dalle materie prime, che, insieme all’innovazione dei prodotto, contribuiranno a rafforzare la competitività globale.
Secondo il progetto della Commissione europea l’economia circolare porterà un risparmio di € 600 miliardi per le imprese dell’UE (pari all’8% del fatturato annuo), creerà 580 mila posti di lavoro e ridurrà le emissioni di gas a effetto serra annuali dell’UE del 2-4 %.
Anche le prospettive delineate dal Dossier del Senato (“Le proposte sull’economia circolare”) in merito all’occupazione evidenziano come, allo stato attuale, le attività connesse con l’economia circolare (riparazioni, rifiuti e riciclaggio, settori noleggio e leasing) impiegano almeno 3.4 milioni di persone, ed entro il 2030, la diffusione dell’economia circolare ha il potenziale di ridurre i disoccupati dalle 250.000 alle 520.000 unità in Europa.
Federconsumatori è impegnata in iniziative e progetti volti alla sensibilizzazione alle buone pratiche ed alla sostenibilità anche ambientale proprio con una particolare attenzione al tema del riciclo, del riuso e dunque dell’economia circolare che sta segnando un trend in continua crescita soprattutto tra le economie più avanzate e tecnologiche benché spesse volte sia la sintesi di principi fondanti dell’economia delle famiglie più virtuose.
Caterina Taverna
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