Cooperative Operaie Triestine, i rimborsi e la causa ai vertici

11 maggio 2016

La vicenda delle Coop Operaie Trieste è uno degli avvenimenti, assieme alle Banche popolari e alla Coop Carnica che sta flagellando i risparmiatori del FVG.
Il default delle Coop Operaie risale a ottobre 2014: a quella data furono bloccati 17 mila libretti dei soci per un ammontare complessivo di 103 milioni. Il 19 marzo 2015 il collegio del Tribunale civile (costituito dai giudici Arturo Picciotto, Daniele Venier e Riccardo Merluzzi) firmò il decreto che ammetteva le Coop Operaie alla procedura di concordato preventivo. La liquidazione progressiva (prevista per un totale dell’81,38%) è iniziata nell’estate dell’anno scorso con il pagamento del 30% ai soci prestatori e a ottobre è stata liquidata la seconda rata del 21%. Il rimborso della terza rata del 10%, prevista per dicembre 2015, è slittata a marzo 2016 e i soci si sono visti rimborsare il 9,5%.
Le prossime rate potrebbero arrivare grazie alla vendita dell’ex Ingros di Via dei Macelli– tramite il quale si potrebbero rimborsare i soci di un ulteriore 5% -, per il quale il consiglio comunale ha già deliberato la partecipazione all’asta; nonché dalla vendita dell’immobile in Via Caboto e dell’Ipermercato di Fiume. Per questi ultimi due cespiti si è ancora in fase di trattative. Il tutto, secondo il concordato, dovrà avvenire entro metà 2017, quando cioè la società sarà chiusa dopo più 110 anni di storia.
Nel frattempo, il commissario delle Coop operaie – Maurizio Consoli – sta convocando tutti i soci al fine di decidere se avviare una possibile causa civile nei confronti degli ex amministratori commissariati.