Gioco d’azzardo, la questione delle slot machine
25 febbraio 2016Finalmente anche in Italia cresce la consapevolezza della pericolosità sociale delle slot machine, di gran lunga il più insidioso fra i giochi d’azzardo.
Il Corriere della Sera di qualche giorno fa, comunicava ai lettori che dall’anno 2000 al 2014, in un Paese, l’Italia, dove il Pil procapite crollava del 7,5%, il fatturato del gioco d’azzardo è cresciuto del 350 %, a 84 miliardi e mezzo. Il 5% del nostro prodotto nazionale. Il numero di queste macchinette mangiasoldi in Italia è elevatissimo, si stima la presenza di una slot ogni 140 residenti, compresi i neonati, praticamente il doppio rispetto al resto dell’Europa. E anziché diminuire, come prevede la legge, minacciano addirittura di aumentare.
Un articolo della recente legge di stabilità stabilisce una riduzione del 30% delle slot machine, nell’arco di 4 anni. Il 31 dicembre del 2019 non ce ne dovrebbero essere in attività più di 265 mila: una ogni 225 italiani. Comunque una cifra, in rapporto alla popolazione, ancora elevata rispetto alla Spagna (una ogni 245 abitanti) e alla Germania (una ogni 261 abitanti). La legge dice che il taglio del 30% dovrà essere applicato alle macchinette in circolazione alla data del 31 luglio 2015. A quanto pare però alla fine dello scorso anno, proprio nei giorni in cui la legge di stabilità nasceva, si scopre che nei magazzini ce ne sarebbero altre 82.500 rispetto alle 342.200 in esercizio. Per un totale di 424.700, che ridotto del 30% fa poco meno di 300 mila: numero ben diverso dalle 265 mila che si auspicano. Sempre sul Corriere della Sera, si legge che in alcuni casi le slot rilevate in magazzino sono una percentuale niente affatto trascurabile rispetto a quelle attive.
Il percorso evolutivo da gioco d’azzardo ricreativo a quello patologico non si evidenzia subito perché è subdolo, cresce in modo esponenziale e inconsapevole nelle persone. Non è facile capire quando il gioco si trasforma in vera e propria malattia. Federconsumatori FVG è da tempo impegnata a dare un primo aiuto alle persone che si rivolgono agli sportelli per combattere questa difficile dipendenza che è la ludopatia.
Emeri Pecile
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