Il ruolo delle etichette per prevenire lo spreco alimentare
09 febbraio 2016Recentemente il Parlamento europeo e il Consiglio hanno varato una nuova disciplina in merito alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori da parte degli operatori del settore agro-alimentare, contenuta nel reg. UE n. 1169/2011.
Quest’ultimo, che ha ricevuto applicazione a partire dal 13 dicembre 2014, non solo ha provveduto ad aggiornare la copiosa normativa precedente in materia di etichettatura, presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari, ma ha introdotto anche delle importanti innovazioni, al fine di assicurare ai consumatori un elevato livello di protezione dei loro interessi.
Fra le principali novità che caratterizzano la nuova disciplina sulle informazioni alimentari si può riscontrare il fatto che il legislatore europeo si è reso consapevole della dimensione “esistenziale” che la scelta di consumo alimentare ha assunto negli ultimi decenni. I consumatori europei, infatti, manifestano una sempre maggiore attenzione nei confronti dello stretto legame esistente fra alimentazione e benessere psico-fisico, ma anche nei confronti delle ricadute che le scelte alimentari hanno sul piano etico, sociale e ambientale. Si pensi, ad esempio, delle scelte di consumo che vengono effettuate da coloro che hanno scelto per sé uno stile alimentare vegetariano o vegano, ovvero alla preferenza da parte di molti consumatori per alimenti biologici o prodotti in modo “etico”, senza lo sfruttamento dei lavoratori.
Le considerazioni di natura etica, ambientale e sociale enunciate all’art. 3, par. 1, del reg. UE n. 1169/2011, che condizionano in misura rilevante la scelta di consumo alimentare, sono chiamate in causa, in particolare, da triste fenomeno dello spreco alimentare, molto diffuso in tutti i Paesi più sviluppati.
In Europa si stima che ogni anno vengano gettate ben 89 milioni di tonnellate di alimenti, e ciò rappresenta un dato che dovrebbe far riflettere profondamente, dal momento che sprecando il cibo si sprecano anche le risorse che sono state alla base della sua produzione e si dà origine a un vero e proprio paradosso sul piano sociale, a fronte delle moltissime persone che in tutto il mondo patiscono la fame.
Lo spreco alimentare è un fenomeno talmente preoccupante da essere uno dei punti sui quali maggiormente si sta concentrando l’operato delle istituzioni europee, consapevoli che esso riguardi tutte le fasi della filiera agro-alimentare, in quanto dai campi fino alla tavola del consumatore finale vengono gettati via ingenti quantità di cibo.
Orbene, l’adozione di azioni collettive e sistematiche per ridurre lo spreco è assolutamente necessario. Tuttavia, volendosi soffermare su ciò che i consumatori possono concretamente fare nella loro quotidianità per limitare lo spreco di alimenti, si può evidenziare come la corretta lettura delle etichette alimentari possa essere di grande ausilio.
Molti alimenti, infatti, finiscono nella spazzatura per il solo fatto che i consumatori non sono “educati” a decifrare alcune delle informazioni presenti nelle etichette che, a loro parziale discolpa, risultano spesso oberate da informazioni tecniche ed estremamente complesse.
Le indicazioni che maggiormente, tuttavia, possono offrire la possibilità per il consumatore di “imparare” a non sprecare inutilmente il cibo sono rappresentate dalla quantità netta dell’alimento; dall’indicazione della data di scadenza o della data di conservazione e dalle istruzioni per la sua conservazione. Tali informazioni sono previste come obbligatorie dall’art. 9 del reg. UE n. 1169/2011 e, pertanto, debbono comparire sulle etichette di tutti gli alimenti preconfezionati; inoltre, debbono rispettare le puntuali regole di presentazione previste dal regolamento per assicurarne la pronta leggibilità da parte del consumatore.
- Quantità netta dell’alimento: si tratta di un indicazione di fondamentale importanza, dal momento che consente di soddisfare innanzi tutto gli interessi economici dei consumatori, consentendo loro di stabilire se il rapporto quantità-prezzo è soddisfacente; inoltre, tale indicazione consente al consumatore di non acquistare quantitativi eccessivi di prodotto, che potrebbe non essere in grado di consumare prima della sua scadenza.
- Termini minimo di conservazione e data di scadenza: le due indicazioni non vanno confuse. Il termine minimo di conservazione, indicato con l’espressione «da consumarsi preferibilmente entro», sta ad indicare il lasso temporale entro il quale l’alimento mantiene tutte le proprietà e le caratteristiche principali. Decorso tale termine, il prodotto può essere ancora consumato, in quanto la sua sicurezza non risulta diminuita, anche se non se ne garantisce l’integrità. Si pensi, ad esempio, a una confezione di grissini o di biscotti che rechi l’indicazione del termine minimo di conservazione: decorso tale termine, il consumatore potrà comunque, nei giorni successivi, ingerire l’alimento, anche se, con ogni probabilità, quest’ultimo non presenterà più l’originaria fragranza.
La data di scadenza, invece, deve essere considerata come un vero e proprio “campanello d’allarme”, in quanto un alimento scaduto è un alimento potenzialmente lesivo della salute umana. Se si procede con l’acquisto di alimenti come il latte o le uova è preferibile acquistare piccoli quantitativi di essi, preferendo quelli che presentano la data di scadenza più lontana nel tempo. Non sempre, invero, l’ingestione dell’alimento scaduto è pericolosa, tuttavia è preferibile effettuare a monte scelte d’acquisto oculate, che tengano in considerazione tale indicazione, piuttosto che trovarsi di fronte al dilemma se ingerire ugualmente il cibo scaduto.
- Condizioni particolari di conservazione: lo spreco alimentare può essere efficacemente evitato anche rispettando le istruzioni riportate sull’etichetta in merito alla conservazione dello stesso. A prescindere, infatti, dalla data di scadenza, la conservazione dell’alimento in modo non adeguato può determinare il rapido deterioramento del prodotto, con la conseguente necessità di doverlo gettare via.
In conclusione, lo spreco alimentare rappresenta senza dubbio un paradosso dei nostri giorni: tuttavia, attraverso una gestione oculata degli acquisti alimentari e la corretta lettura delle etichette alimentari è possibile ridurre considerevolmente la quantità di cibo che viene gettata via, conseguendo in questo modo un notevole risparmio economico, ma anche importanti obbiettivi sul piano del rispetto dell’ambiente e delle numerose problematiche sociali che affliggono la modernità.
Giulia De Luca
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