Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza: migliaia di risparmiatori coinvolti
05 febbraio 2016Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza hanno rappresentato due importantissime realtà del panorama bancario sia del Veneto che nazionale riuscendo ad acquisire negli anni una considerevole penetrazione nei territori attraverso l’apertura di molti sportelli, l’aumento della base sociale e il sostegno al mondo imprenditoriale. Da sempre le azioni di questi istituti venivano considerate come un sicuro investimento che in nessun modo avrebbe potuto comportare la perdita del capitale ed al contempo avrebbe garantito anche dividendi. I risparmiatori sapevano, anche perché così veniva loro rappresentato, che i loro denari investiti in azioni in verità sarebbero sviti per sostenere anche il sistema economico e produttivo del territorio proprio perché da sempre questi due istituti popolari si erano posti questo obbiettivo.
La normativa bancaria sia nazionale che europea ha imposto a questi istituti di raggiungere standard elevati anche di capitalizzazione al fine di poter mantenere la struttura e l’attività ormai consolidata nonché di trasformarsi in società per azioni abbandonando dunque la veste di banche popolari. Gli organismi di vigilanza ed in particolare la BCE durante le ultime ispezioni, ed in particolare in quella del 2014, hanno rilevato condotte tali da dover richiedere un repentino adeguamento ai predetti istituti pena sanzioni e crisi bancarie. Ed ecco dunque che nella primavera del 2015 viene deliberata la riduzione del valore delle azioni per altro già da diversi mesi non scambiabili e dunque sostanzialmente illiquide. Da questo momento inizia il dramma per migliaia di consumatori (in Friuli Venezia Giulia circa 12000 per Banca Popolare di Vicenza e 3000 per Veneto Banca) si sono visti ridurre il controvalore dei propri risparmi e congelare gli stessi a causa dell’impossibilita di vendere le azioni. Federconsumatori Fvg sta seguendo dalla sua origine il problema per far trovare giustizia ai diritti di coloro che si sono visti vendere le azioni in seguito all’alterazione dei profili Mifid (profilatura cliente), alla falsa rappresentazione della situazione patrimoniale della banca (che veniva descritta sempre come florida e rigogliosa), oppure in seguito alla concessione di un finanziamento per l’acquisto di tali azioni o ancora in cambio della concessione di linee di credito da parte della banca. Federconsumatori, che rappresenta oltre 1000 posizioni in Friuli Venezia Giulia e ha avuto oltre 3500 contatti, ha inoltrato le lettere di diffida per ciascun risparmiatore e sta richiedendo a gran voce a queste banche di poter concludere un protocollo di conciliazione per cercare di chiudere le singole posizioni di coloro che sono caduti incolpevolmente in questa disgrazia perdendo i propri risparmi. La magistratura, anche in seguito agli esposti di Federconsumatori ed alle querele dei risparmiatori da essa seguiti, sta svolgendo le indagini per aggio taglio, ostacolo alla vigilanza e truffa. Per Veneto Banca il 18 dicembre l’assemblea ha deliberato al 97% la trasformazione in spa, l’aumento di capitale e l’ingresso in borsa che avverrà entro la primavera 2016. Il 5 marzo gli azionisti saranno chiamati a pronunciarsi sempre su questi aspetti per Banca Popolare di Vicenza. Dovrà essere un voto consapevole, che tenga conto del passato ma anche del futuro, perché la soddisfazione dei risparmiatori potrà passare solo attraverso la sopravvivenza dell’istituto.
Avv. Barbara Puschiasis
Presidente Federconsumatori FVG
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