Irragionevole durata dei processi

02 aprile 2015

Lo Stato fa la legge ma gli indennizzi non arrivano

Attenendosi ai dati del 2013 la Commissione Europea ha posto al terzultimo posto l’Italia per lunghezza dei processi. Peggio di noi stanno solo Cipro e Malta. Il primo posto spetta al Lussemburgo, dove la sentenza di primo grado arriva in 53 giorni (ed erano 200 nel 2010) mentre in Italia in 608 giorni. Nel 2001 in Italia veniva varata la Legge Pinto su impulso della Comunità Europea volta a riconoscere indennizzi a coloro che sono stati vittime dei lunghi, e intollerabili, tempi della giustizia italiana. Ebbene, dal 2001 sono diversi i cittadini che anche con il nostro aiuto sono riusciti a vedere riconosciuto tale diritto. Ad oggi però non possiamo che denunciare una grave situazione: gli indennizzi riconosciuti dalle sentenze delle Corti d’Appello di tutta Italia alla fine vengono corrisposti, ancora una volta, con grandissimo ritardo. Risulta infatti che non siano stati ancora liquidati dal Ministero della Giustizia gli indennizzi a far data dalle sentenze del 2011. È chiaro che una giustizia che impone una lunga durata dei giudizi danneggia l’economia e porta più che altro a una giustizia negata. Si pensi ad esempio alla difficoltà di provare fatti a distanza di anni ovvero alla possibilità che parti del processo vengano meno, la stessa morte di diversi soggetti coinvolti. E ciò comporta che oltre alle sentenze che riconoscono il diritto del cittadino a vedersi riconosciuto l’indennizzo per l’irragionevole durata del processo, si registrino sentenze del Tar del Lazio in cui il Ministero di Giustizia viene condannato a risarcire anche il danno da ritardata liquidazione dell’indennizzo predetto. Una storia tutta italiana insomma che ancora una volta rende evidente l’inadeguatezza del nostro sistema giustizia a garantire la tutela dei diritti dei soggetti che ad essa si rivolgono. Necessarie risultano riflessioni per addivenire a un nuovo sistema giustizia nel nostro Paese che possa garantire ai cittadini consumatori una giustizia celere, con costi accessibili e con organi giudicanti specializzati nella materia del consumerismo. Forse pensare a un organo giudiziario dedicato solo al diritto dei consumatori è utopia ma tante volte sognare aiuta a cambiare la realtà!

Barbara Puschiasis