Federconsumatori denuncia il caro-bimbo

30 aprile 2015

Le mozioni presentate alla Camera per ora non hanno avuto esito

La Camera ha approvato a metà Aprile alcune mozioni a sostegno delle famiglie e della natalità: in modo tale il Governo si impegna “a promuovere politiche sociali di sostegno alla maternità e paternità, anche attraverso l’incremento delle strutture e dei servizi socio-educativi per l’infanzia e, in particolare, per la fascia neonatale e pre-scolastica, garantendone l’attuazione e l’uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale; a dare continuità alla misura del bonus bebè; ad incrementare la quota del bilancio statale destinata alle politiche di sostegno alla famiglia; a favorire e stabilizzare le politiche di conciliazione dei tempi di cura, di vita e di lavoro; a introdurre misure stabili che garantiscano il diritto alla genitorialità, e in particolare alla madri di poter scegliere la maternità senza rinunciare al lavoro”.
“Un impegno per ora solo sulla carta, che ci auguriamo vengano attuate concretamente e al più presto”, questo il commento della nostra associazione che, come ogni anno, ha aggiornato il monitoraggio sulla spesa per mantenere un bambino nei primi 12 mesi e denuncia il caro-bimbo.
I costi di un bimbo (dal passeggino, al lettino, ai pannolini, alle visite mediche, fino ai biscotti e ai giocattoli) nel primo anno di vita nel 2014 andavano da un minimo di € 6.766 a un massimo di € 14.427: per quest’anno è previsto un aumento dell’ 1% e del 3%, con importi minimi di € 6.809 e massimi di 14.852.
Tali cifre impressionanti, gravano sulle famiglie che possono comunque sopperire ad alcuni costi, risparmiando in maniera notevole, tramite i prestiti tra familiari e amici, o tra sconosciuti grazie a internet e ai social network; inoltre il mercato dell’usato è utile per quel che riguarda i lettini, il fasciatoio, la carrozzina, ecc…; ed infine, in occasione delle nascite, è bene che i neogenitori redigano delle liste in modo tale da non ricevere doppioni o oggetti indesiderati da parenti e amici.
La nostra indagine evidenzia, oltre all’aumento dei costi di un bimbo nei suoi primi 12 mesi di vita, un aumento del 2% dei costi pre-nascita rispetto al 2014 e, dopo la maternità, del 2-3%, per gli asili nido privati, e in media del 13% per il costo orario di una baby-sitter.
Se si pensa a quanto sia impegnativo crescere un figlio, soprattutto in un momento delicato e difficile come quello che le famiglie stanno attraversando, sono quanto mai necessarie politiche ed interventi reali, confidando, quindi in uno sviluppo concreto delle mozioni della Camera.
Caterina Taverna