Whirpool e Indesit: aperta istruttoria per pratiche commerciali scorrette
31 marzo 2017Pratiche commerciali scorrette sulla garanzia legale, sui servizi di assistenza al consumatore e sul diritto di recesso. È questa l’ipotesi che ha spinto l’Antitrust ad aprire un’istruttoria a carico di Whirpool e Indesit.
I consumatori lamentavano infatti come entrambe le aziende facessero pagare, durante il periodo coperto da garanzia legale, una somma pari a circa 30 euro per ciascun intervento di assistenza tecnica per la riparazione degli elettrodomestici a marchio Indesit, Ariston Ignis e Whirpool. Le società giustificavano tale comportamento adottato dai tecnici sostenendo che, trascorsi 6 mesi dalla consegna della merce, l’onere di dimostrare la presenza del difetto originario per cui si chiede l’intervento tecnico spetta al consumatore. Se questo è in grado di dimostrare ciò, ha diritto ad un intervento gratuito, mentre in caso contrario il cliente è tenuto a pagarlo. Peraltro, a detta delle società, alcuni componenti dell’elettrodomestico (come maniglie ed oblò) non sarebbero in alcun modo coperti dalla garanzia di conformità.
Oltre il danno, la beffa. Chi infatti decide di contattare telefonicamente il servizio di assistenza, deve per forza chiamare i numeri dedicati, che spesso iniziano con il prefisso 199. Ed ecco l’amara sorpresa: il costo di queste telefonate, elevatissimo e non sempre ben specificato, se non proprio durante i primi minuti di chiamata. Se da rete fissa, la spesa sarebbe di oltre 14 centesimi al minuto, mentre da telefono cellulare il costo varia in base all’operatore scelto dal cliente, come si può evincere dalla voce registrata all’inizio della chiamata.
Pratica che non è ben vista nemmeno dall’Europa. Recente, a tal proposito, la pronuncia della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in merito ad una società tedesca che commercializza apparecchi elettrici ed elettronici. Il caso è simile: tale azienda pubblicava sul proprio sito internet un numero di telefono per l’accesso ad un servizio di assistenza post-vendita, il cui costo era di gran lunga superiore a quello previsto per una chiamata standard verso un numero di telefonia fissa o mobile. La direttiva sui diritti dei consumatori (Direttiva 2011/83/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011), prevede che, nel caso in cui il professionista usi una linea telefonica allo scopo di essere contattato dai consumatori sui contratti con gli stessi stipulati, questi ultimi non debbano pagare più della tariffa base per le chiamate effettuate verso questa linea. Non è stato tuttavia specificato, all’interno del testo, quale sia la definizione di tariffa base. Relativamente a questo, è intervenuta la Corte di Giustizia, la quale ha chiarito che la tariffa base è di fatto assimilabile alla tariffa standard. A ben vedere, infatti, qualora ci fosse una differenza sensibile di prezzo tra le due tipologie di chiamate, i consumatori potrebbero essere disincentivati a utilizzare la linea telefonica di assistenza per ottenere informazioni in merito al contratto o per far valere i propri diritti riguardo, in particolare, alla garanzia o il recesso dal contratto.
Questo rappresenta sicuramente il primo passo concreto nei confronti dei cittadini consumatori, i quali lamentano sempre più spesso presso i nostri sportelli Federconsumatori, problemi di questo tipo.
Stefania Peressoni
2 Commenti
Ignazio
28 febbraio 2018 at 15:34Buon pomeriggio,
ho letto solo adesso l’articolo su Whirpool. Ho in essere una problematica correlata a quanto descritto nell’articolo, ma con risvolti diversi e più gravi da certi punti di vista.
Sono disponibile a raccontarvi i dettagli, ma vi sarei grati se mi forniste degli aggiornamenti su quanto riportato nell’articolo.
Grazie
Marco Missio
1 marzo 2018 at 11:26Buongiorno,
per info, può contattare i nostri sportelli al pubblico di Via Mantova 10/b a Udine, al numero 0432.45673 dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00 e chiedere del Dott. Ferrari