Decisivo accordo di Volkswagen con i consumatori americani; lo scandalo c.d. “dieselgate”

09 febbraio 2017

Importante riconoscimento per i cittadini americani che hanno acquistato una vettura del gruppo Volkswagen coinvolta nello scandalo c.d. “dieselgate”.

La società, che detiene i marchi Volkswagen, Audi e Porsche, era stata accusata nel settembre 2015 di aver violato il Clean Air Act, la maggiore legge statunitense in materia di protezione ambientale. L’EPA (Environmental Protection Agency, l’agenzia statunitense per la protezione ambientale) ha denunciato Volkswagen per aver installato sui propulsori 2.0 TDI e 3.0 V6 TDI un software che falsava i dati delle emissioni permettendo l’omologazione di veicoli che in realtà avevano emissioni fino a 40 volte superiori al consentito (sono coinvolti all’incirca 590000 modelli di motori diesel fra il 2009 e il 2016).

Oltre al gruppo automobilistico, è stata incriminata anche la Bosch, in quanto fornitrice delle centraline di controllo delle emissioni sotto accusa.

I due gruppi tedeschi, sono intenzionati a chiudere nel più breve tempo possibile questo capitolo indecoroso della loro storia, per cui a metà gennaio, a distanza un anno e mezzo dallo scoppio dello scandalo, la compagnia ha firmato un accordo extragiudiziale con il fine di risolvere  al più presto la controversia legale, e sta lavorando per ripristinare la sua credibilità e reputazione sul mercato, impegnandosi dinnanzi alla corte federale di san Francisco ad indennizzare i consumatori con un piano da 1.26 miliardi di dollari predisposti per mettere a norma i veicoli incriminati oppure ritirarli e corrisponderne il prezzo di acquisto.

Lo scandalo delle emissioni però non si riduce entro i confini americani, la stessa Volkswagen ha riconosciuto che i software manipolati sono stati venduti anche in Europa, e nel gennaio 2017 il tribunale di Hildesheim, in Bassa Sassonia, ha condannato il gruppo automobilistico a rimborsare direttamente un privato che aveva acquistato un modello Skoda coinvolto nello scandalo, per la prima volta nella sua stessa patria si è avuta una sentenza a favore di un cliente contro Volkswagen.

In Italia nell’Agosto 2016 si è avuta una sentenza dell’Antitrust che condanna chiaramente il gruppo tedesco sulla base di violazioni del Codice del Consumo. La Federconsumatori plaude la sentenza che riconosce una violazione grave degli obblighi di diligenza professionale ed idonea a falsare in maniera rilevante il comportamento economico dei consumatori. Oltre ad evidenziare come molti messaggi pubblicitari siano in grado di indurre in errore i consumatori con riguardo alla “vocazione ambientale, alla responsabilità sociale rivendicata dal produttore, nonché alle affermazioni del rispetto delle normative vigenti”. La nostra associazione sta valutando la proponibilità di una imminente Class action al fine di veder tutelato chi da questa vicenda sta subendo un danno.

 

Eufemia Acunto